Ispezioni fotovoltaiche con una termocamera Sonel KT-256F

Ispezioni fotovoltaiche con una termocamera Sonel KT-256F

Con la popolarità sempre crescente del fotovoltaico, gli investitori sono sempre più disposti a installare un micro-impianto sulla loro proprietà. Per massimizzare la sicurezza di questo tipo di impianto, è necessario esaminare regolarmente non solo i parametri elettrici, ma anche quelli termici dei singoli componenti.

Il fotovoltaico e la sicurezza

Il surriscaldamento dei componenti degli impianti fotovoltaici rappresenta un serio rischio di incendio. Per poter prevenire situazioni simili, è indispensabile che vengano individuate e identificate rapidamente. In questo caso, le termocamere sono la soluzione ideale: grazie alla loro capacità di misurare senza contatto le radiazioni termiche di singole superfici, sono in grado di rilevare un luogo o un’area che si sta riscaldando in modo anomalo.

Dal punto di vista della sicurezza e della prevenzione dei guasti, questo aspetto è così importante che un numero crescente di utenti, installatori e tecnici di questo tipo di impianti sceglie di aggiungere una termocamera al proprio kit di strumenti. La termocamera aiuta non solo a rilevare, ma anche a identificare i punti di surriscaldamento, sia che si tratti di connettori troppo allentati, di danni al pannello o di problemi legati all’inverter.

Scelta della termocamera giusta per impianti di diverse dimensioni

A seconda delle dimensioni dell’impianto da analizzare, sarà necessario utilizzare una termocamera con un diverso fattore di risoluzione spaziale o, se possibile, utilizzare un obiettivo adeguato. Si tratta di una questione complessa, incentrata sulla domanda: cosa vogliamo misurare? Se vogliamo massimizzare la precisione della misura, sarebbe necessario utilizzare una telecamera con l’FOV più basso possibile.

Perché questo fattore è così importante? Perché ci permette di comprendere e interpretare correttamente i risultati che otteniamo. Quando le dimensioni dell’oggetto studiato sono inferiori al valore calcolato, dobbiamo essere consapevoli che il valore della radiazione infrarossa che colpisce il pixel sarà mediato anche per gli altri oggetti che si trovano intorno al oggetto studiato all’interno del pixel. Di conseguenza, è importante essere consapevoli di come si effettua una determinata misurazione, con quale apparecchiatura e da quale distanza. Inoltre, più basso è l’IFOV, meglio è (naturalmente, è necessario prestare attenzione anche all’FOV, perché il metodo classico per “migliorare” l’IFOV sulla carta è quello di utilizzare un angolo stretto di campo visivo, che di per sé non è male, purché non venga portato all’estremo). Pertanto, la cosa più importante è scegliere la telecamera giusta per le proprie esigenze in termini di parametri e funzionalità, ma soprattutto considerando cosa si vuole misurare e quali effetti osservare.

Sonel KT-256F ideale per l’ispezione di impianti di piccole e medie dimensioni

Un ottimo IFOV è una delle caratteristiche distintive della nuova termocamera Sonel KT-256F. Ci permette di ispezionare gli impianti fotovoltaici fino a 17,5 metri di distanza, in conformità con le linee guida IEC TS 62446-3, che prevedono l’utilizzo di termocamere per testare gli impianti fotovoltaici.
La pratica telecamera Sonel KT-256F (o la sua controparte più economica senza autofocus, la Sonel KT-256) è lo strumento ideale per le ispezioni relative alla manutenzione di impianti di piccole e medie dimensioni. Queste telecamere sono una proposta su misura per gli installatori e i tecnici dell’assistenza di impianti fotovoltaici (nonché di pompe di calore e altri impianti HVAC, oltre che per i costruttori e gli elettricisti). Con 16 ore di funzionamento con una singola carica della batteria, siamo certi che la fotocamera funzionerà per un’intera giornata di misurazioni senza dover portare con sé batterie di riserva e, quando necessario, grazie all’ingresso USB-C, potrà essere alimentata anche da un power bank.

Foto 1. Ispezione di un impianto fotovoltaico con una termocamera Sonel KT-256F

Aspetti chiave dell’ispezione termografica del fotovoltaico

Il primo elemento da considerare è il pannello fotovoltaico stesso. Quando una o più celle sono in ombra mentre le altre rimangono in piena luce solare, il calore si deposita su quelle in ombra. Questo è uno spreco, che comporta un rischio di incendio e un rischio di danneggiamento del pannello fotovoltaico. L’ombreggiamento provoca un’inversione di polarità, che si traduce in un aumento della resistenza elettrica della cella e, secondo le regole della fisica, la caduta di tensione genera calore. La termocamera può non solo determinare quali celle presentano questo problema, ma anche identificare e localizzare i danni alle stesse.

Foto 2. Termogramma di un pannello fotovoltaico difettoso

Il secondo aspetto è la condizione dei connettori MC4 o Amphenol. Se il collegamento non è stato eseguito a regola d’arte, può verificarsi un surriscaldamento. Questo genera un serio rischio di incendio. È importante ricordare e prestare particolare attenzione al fatto che questo connettore trasporta corrente continua e che un arco di corrente continua non si spegne con la stessa facilità di un arco di corrente alternata (creato quando scorre corrente alternata). Ciò è dovuto al fatto che, a differenza della corrente alternata, il valore della corrente continua non passa attraverso lo “0”, che si verifica quando la polarità cambia nella forma d’onda della corrente alternata, quindi non si spegne spontaneamente. Questo effetto, dal punto di vista della sicurezza antincendio, è molto pericoloso e genera un rischio significativo di accensione dell’impianto e della struttura su cui è montato (i tetti sono particolarmente esposti al rischio di incendio).

Un terzo aspetto è la possibilità di verificare il malfunzionamento dei componenti dell’inverter. È possibile rilevare malfunzionamenti nei collegamenti (sovraccarico di uno dei connettori o altri guasti). Se il collegamento elettrico non è sufficientemente serrato, il rischio di incendio è notevole. L’indebolimento del punto di contatto sul connettore ne aumenta la resistenza, causando il deposito di calore sul collegamento, che può essere rilevato con una telecamera IR.

Autore:
Marcin Magierowski
Sonel S.A.

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