Illuminazione d’emergenza
Quest’articolo presenta i requisiti contenuti negli atti legali e normative pertinenti all’illuminazione d’emergenza. Avvicina brevemente anche degli aspetti dei misuramenti relativi all’intensità dell’illuminazione d’emergenza ed i problemi più comunemente incontrati dal team misuratori.
Introduzione
Oggi sarebbe difficile immaginarsi la vita senza l’illuminazione elettrica. La luce svolge nella nostra vita un grande ruolo. Ci permette a “prolungare la giornata”, il che porta degli effetti sia positivi che negativi. Siamo tanto abituati alla luce artificiale che non siamo consapevoli quali siano le conseguenze della sua mancanza. Vista l’inaffidabilità dell’illuminazione elettrica – che risulta di solito dal deterioramento dell’alimentazione – era necessario creare un sistema per la protezione dalla mancanza di luce. Per impedire allo spegnimento improvviso di luce, e quindi per evitare l’effetto di panico in facilità pubbliche dove passa molta gente, si può usare l’illuminazione d’emergenza. L’illuminazione d’emergenza è una fonte aggiuntiva d’energia, fornendo la luce basilare a dispositivi scelti o l’energia per il funzionamento ai dispositivi speciali per tali emergenze.
L’ambito di applicazione
Le installazioni d’illuminazione d’emergenza dovrebbero essere previste in tutti i lavori edili dove la perdita del voltaggio nella rete di alimentazione elettrica possa causare un pericolo alla salute, alla vita o all’ambiente, o recare danni materiali di grandi dimensioni.
La normativa per l’illuminazione d’emergenza EN 1838 ci informa che il tempo di operazione per l’illuminazione di evacuazione si dovrebbe adattare alle condizioni esistenti nel lavoro edile, ma non può essere inferiore a 1 ora dall’accensione. Nella normativa EN 1838, “Applicazioni dell’illuminazione. Illuminazione d’emergenza” sono stati specificati i valori minimi da soddisfare da sistemi d’illuminazione d’emergenza. Fa riferimento ad altre normative, quali EN 50172 “Sistemi di illuminazione di emergenza” o EN 60598-2-22 “Impianti d’illuminazione. Parte 2-22: Requisiti specifici. Luminarie per l’illuminazione d’emergenza”.
L’illuminazione d’emergenza si dovrebbe usare:
- In locali:
- aule per il pubblico in posti come un cinema, un teatro, o una filarmonica
- auditori, sale conferenze, luoghi di incontro e palestre progettate per oltre 200 persone,
- esibizioni in musei,
- garage di un’area oltre 1000 m2, illuminate solo da luce artificiale.
- In vie d’uscita:
- dai locali menzionati sopra,
- illuminate solo con luce artificiale,
- in ospedali ed altri edifici intesi soprattutto per la permanenza di persone con mobilità limitata,
- in edifici alti ed a molti piani, in residenze collettive.
- In edifici temporanei, se intesi per spettacoli o altri raduni di gente
Tipi ed obiettivi di illuminazione d’emergenza
L’illuminazione d’emergenza, il cui scopo generico è quello di garantire un’uscita sicura dal luogo di permanenza durante una perdita di alimentazione elettrica regolare, si dovrebbe fornire da una fonte di alimentazione indipendente. Secondo l’EN 1838, l’illuminazione d’emergenza comprende: l’illuminazione d’emergenza per le vie d’uscita e l’illuminazione di riserva (fig. 1)
Fig. 1. Tipi di illuminazione d’emergenza secondo l’EN 1838
L’illuminazione di emergenza per le vie di uscita si può suddividere come segue:
L’illuminazione delle vie d’uscita.
Il suo scopo è quello di garantire un’uscita sicura dal luogo di permanenza, e di assicurare visibilità e localizzabilità facile dei dispositivi antincendio e di sicurezza. L’illuminazione di vie d’uscita si dovrebbe progettare così che danni ad un singolo impianto non causino l’intera via a diventare scura.
Requisiti
Se la via d’uscita ha fino a 2 metri di larghezza, l’illuminazione sulla terra in relazione alla linea centrale della via d’uscita (asse) non dovrebbe essere inferiore a 1 lx, e sulla pista centrale – non inferiore alla metà della larghezza della pista – l’intensità dovrebbe essere pari ad almeno il 50% del valore dato (fig. 2). È anche importante mantenere l’uniformità dell’illuminazione; è richiesto che il rapporto tra l’illuminazione massima e minima lungo la linea centrale della via d’uscita non dovrebbe essere superiore a 40: 1.
Se i punti di primo soccorso, i dispositivi antincendio ed i pulsanti allarme non sono presenti nella via d’uscita o nell’area aperta, dovrebbero essere illuminati così che l’illuminazione sul pavimento nella loro vicinanza sia almeno 5 lux. Il valore minimo dell’indice di resa cromatica (Ra) delle fonti di luce utilizzate dovrebbe essere non inferiore a 40.
Fig. 2. Determinazione del centro del percorso e la pista centrale
Tempo
La durata minima dell’illuminazione nella via d’uscita per scopi di evacuazione dovrebbe essere, secondo l’EN 1838, 1 ora, con il 50% dell’illuminazione richiesta da generare entro 5 secondi, ed il pieno livello entro 60 s.
Illuminazione dell’area aperta (e.g. ginnasio, sale, auditorio)
Lo scopo dell’illuminazione di zone aperte è quello di ridurre la probabilità di panico, facilitare l’identificazione delle direzioni di evacuazione, e permettere lo spostamento sicuro di persone verso le vie d’uscita. Questa illuminazione viene utilizzata in zone con vie d’uscita non specificate, in sale o in luoghi con un’area di 60 m2 o meno – se vi è presente un pericolo aggiuntivo causato dalla presenza di molte persone.
Requisiti
L’intensità dell’illuminazione d’emergenza in aree aperte dovrebbe essere non inferiore a 0,5 lux al livello del pavimento utilizzato durante le attività normali, salva la separata striscia-perimetro di 0,5 m, mantenendo un’uniformità non inferiore a 1:40, (1). Si consiglia anche l’illuminazione di ostacoli all’altezza di fino a 2 m (misurati dal pavimento). Il valore minimo dell’indice di resa cromatica (Ra) delle fonti della luce dovrebbe essere non inferiore a 40.
Tempo
La durata minima dell’illuminazione nella via d’uscita per scopi di evacuazione dovrebbe essere 1 ora, con il 50% dell’illuminazione richiesta da generare entro 5 secondi, ed il pieno livello entro 60 s.
L’illuminazione di aree di rischio (luoghi di lavoro con pericoli particolari)
Il suo obiettivo è quello di aumentare la sicurezza di persone che partecipano ad un processo o ad una situazione potenzialmente pericolosa, nonché di permettere il completamento corretto delle attività e di spostare la gente verso la via d’uscita. Esempi di luoghi di lavoro esposti a pericoli particolari comprendono lavori edili, lavori ad alta quota, e lavori con materiali pericolosi.
Requisiti
In zone ad alto rischio, l’intensità della luce luce posteriore sul piano di riferimento dovrebbe essere non inferiore al 10% dell’illuminazione operativa richiesta per le operazioni interessate; dovrebbe, però, essere non inferiore a 15 lux. È necessario eliminare l’effetto stroboscopico. L’uniformità dell’illuminazione in una zona ad alto rischio non dovrebbe superare 10: 1.
Progettando tale illuminazione occorre prendere in considerazione il sistema di manutenzione, visto che è necessaria una certa intensità dell’illuminazione, i.e. un valore sotto il quale l’intensità della luce non può cadere.
Tempo
Il minimo tempo di lavoro dell’illuminazione di una zona ad alto rischio è pari alla durata del rischio a persone in un dato processo. Questo viene stabilito individualmente dal datore di lavoro. Questa illuminazione dovrebbe fornire il 100% dell’illuminazione richiesta entro 0,5 secondi dall’accensione.
Illuminazione di riserva
L’illuminazione di riserva è una parte dell’illuminazione d’emergenza che rende possibile la continuazione delle attività normali. Si può utilizzare come l’illuminazione della via d’uscita, ma in tali casi è necessario che soddisfaccia tutti i requisiti per l’illuminazione di emergenza ai sensi dell’EN 1838. Se il livello d’illuminazione risulta inferiore al livello minimo sotto l’illuminazione di base, l’illuminazione di riserva si può usare solo per completare il compito o per interrompere il lavoro.
Le definizioni di base relative all’illuminazione d’emergenza comprendono:
Uscita d’emergenza: l’uscita da usarsi durante un’avaria.
Segnaletica di sicurezza: i segni che forniscono le informazioni generali sulla sicurezza tramite una combinazione di colore, forma ed informazioni dettagliate, con l’aggiunta di simboli grafici o testo. I segni possono essere:
- Segni di sicurezza illuminati esternamente: segno illuminato, (se richiesto) da una fonte di luce esterna (fig. 3).
Fig. 3. Segno di sicurezza illuminato esternamente
- Segni di sicurezza illuminati internamente: segno illuminato, (se richiesto) dala fonte di luce interna (fig. 4).
Fig. 4. Segno di sicurezza illuminato internamente
Requisiti
La luminanza di ogni parte del segno colorato dev’essere di almeno 2 cd/m2 in tutti gli orientamenti di sicurezza. Il rapporto tra la luminanza minima e massima delle parti bianche e quelle colorate dei segni non dovrebbe eccedere 10: 1. Il rapporto tra la luminanza della parte bianca del segno e quella della parte colorata del segno dovrebbe essere non inferiore a 5 1 e più grande di 15: 1.
Tempo
I segni devono essere illuminati così che raggiungano il 50% della luminanza richiesta entro 5 s e la luminanza piena entro 60 s dall’accensione.
La distanza massima dei segni illuminati si dovrebbe derivare dalla seguente equazione:
dove:
l – distanza di osservazione,
z – una variabile che dipende dal metodo d’illuminazione del segno ed assume i seguenti valori:
- 100 – per segni illuminati esternamente,
- 200 – per segni illuminati internamente,
h – altezza del segno.
Si raccomanda che il segno di sicurezza, visto che dev’essere ben visibile, sia montato non oltre i 200 sopra il livello degli occhi.
Fig. 5. Distanze d’osservazione – diagramma
Svolgimento delle prove
I misuramenti dell’illuminazione d’evacuazione vanno svolti nei posti marcati come vie d’uscita. Ai sensi della normativa EN 1838, la via d’uscita dovrebbe essere illuminata con un’intensità minima di 1 lx. Scegliendo i punti di misuramento si raccomanda di stabilire i punti con distanze ca. 1-2m tra di loro. Esiste anche un principio secondo cui più punti di misuramento risultano in un misuramento più accurato. Per strade di fino a 2 m di larghezza l’illuminanza si dovrebbe provare sul pavimento lungo il mezzo del percorso e nella linea centrale, la quale ha la larghezza di almeno la metà del percorso. Quando, però, le vie d’uscita sono più larghe di 2 m, si possono suddividere in vie molteplici con una larghezza di 2 m, con la via di evacuazione nel centro, e l’area non coperta dalla zona aperta, o l’intero spazio si può trattare come una zona aperta.
Nelle aree esposte ad alto rischio, l’intensità della luce si esamina su una superficie scelta, determinata come una zona pericolosa. Inoltre nelle zone ad alto rischio si dovrebbe controllare la durata dell’illuminazione d’emergenza. La piena luce richiesta dovrebbe essere fornita entro 0,5 s.
I misuramenti dell’intensità della luce d’emergenza si svolgono sul piano di riferimento (di lavoro) – all’altezza della terra o della scala.
Tab. 1. I valori dell’intensità operativa dell’illuminazione devono rispettare la normativa EN 1838
Luogo d’installazione dei dispositivi d’illuminazione | Livello d’illuminanza richiesto al livello terra* | Emax/Emin | Commenti: |
Linea media della via d’uscita con una larghezza di fino a 2 m | 1 lx | 40:1 | tempo di illuminazione 5 s→ 50%E 60 s→100%E |
I lati della via d’uscita possono avere una larghezza di fino a 2 m | 50% E della linea media della via d’uscita (min. 0,5 lx) | 40:1 | |
Area aperta | 1 lx | 40:1 | tempo di illuminazione 5 s→50%E 60 s→100%E |
Aree ad alto rischio | Min. 10% En≥15 lx | 10:1 | tempo di illuminazione 0,5s→100%E |
Punti del primo soccorso, dispositivi antincendio e pulsanti emergenza fuori la via d’evacuazione o l’area aperta | 5 lx | tempo di illuminazione 5s→50%E 60 s→100%E |
* – vista la necessità di riconoscimento dei colori, il valore minimo dell’indice di resa cromatica Ra delle fonti di luce utilizzate non può essere inferiore a 40, ed i luminari non possono causare cambi a questo valore
I misuramenti dell’illuminazione d’emergenza si dovrebbero svolgere con un luxmetro di una classe adatta, visto che si tratta di valori di illuminanza bassissimi. Il metro dev’essere pertanto in grado di catturare tali valori. Similmente in zone ad alto rischio, dov’è necessario controllare l’uniformità dell’intensità della luce con una risoluzione altissima. Il luxmetro dovrebbe inoltre avere un valido certificato di calibrazione che confermi l’efficacia del dispositivo ed i dichiarati livelli di incertezza spettrale e di base – la cellula fotoelettrica che funge da sensore invecchia, quindi dovrebbe essere soggetta a periodici controlli metrologici. Il metro dovrebbe avere una tolleranza ad errori non superiore al 10%. Qua si consigliano i modelli Sonel LXP-10B e Sonel LXP-10A.
Documentazione post completamento
Non vi sono delle regolazioni che regolino le forme come documentazione as-built per i misuramenti dell’illuminazione. Si dovrebbe però mantenere un minimo di contenuti che permettano una valutazione non ambigua delle prove svolte. L’appaltatore dei misuramenti si può servire di modelli già pronti o utilizzare software per elaborare il verbale della prova. Uno dei programmi consigliati è Foton, fatto da DASL Systems in collaborazione con SONEL S.A. Il programma è stato progettato per persone che svolgono le misurazioni dell’intensità della luce, permetttendo l’implementazione dei protocolli di misuramento.
Sommario
L’illuminazione d’emergenza garantisce un utilizzo sicuro di edifici ed altre facilità. Fa parte dei dispositivi antincendio. Visto che l’installazione dell’illuminazione d’emergenza fa parte degli impianti d’emergenza, tutti i dispositivi antincendio dovrebbero essere controllati per la conformità alle normative.
L’illuminazione d’emergenza è molto importante specialmente in stanze utilizzate da molte persone, come e.g. sale da cinema o sale da teatro, dove l’illuminazione regolare è spenta – in tali posti l’illuminazione aggiuntiva dovrebbe essere installata ed alimentata con un accettabile voltaggio a lungo termine. Il suo scopo è quello di rendere visibili gli ostacoli architetturali, come e.g. scale o soglie alte. L’illuminazione d’emergenza è pertanto mirata a prevenire il panico e rendere possibile l’evacuazione sicura di stanze o zone esposte a pericolo.
Appendice
- Direttive europee
Ci sono due direttive europee che governano il bisogno per l’illuminazione d’emergenza
- La direttiva CEE 89/106 sui prodotti edili “assicurare che l’illuminazione sia fornita tempestivamente, automaticamente e per un tempo adeguato quando l’alimentazione normale dell’illuminazione fallisce
- La direttiva CEE 89/654 sui luoghi di lavoro “le vie ed uscite di emergenza specifiche devono essere indicate con cenni” “le vie ed uscite d’emergenza devono essere munite con illuminazione d’emergenza se l’illuminazione fallisce”
- Standard europei
Standard di applicazione e direzione
- EN 50172 sulla manutenzione degli impianti di illuminazione per la sicurezza
- EN 1838 Illuminazione di emergenza
- EN 60598-2-22 Luminari d’emergenza
- EN 61347-2-7 Requisiti di sicurezza per ancore alimentate con DC per l’illuminazione d’emergenza
- EN 60925 Requisiti per le prestazioni delle ancore alimentate con DC per l’illuminazione d’emergenza
- Requisiti specifici per l’illuminazione d’emergenza per certi paesi (deviazioni dall’EN 1838)
Francia
I prodotti per l’illuminazione d’emergenza devono essere certificati ed avere delle caratteristiche di qualità definite. I livelli di luminanza ed illuminanza non vengono presi in considerazione durante la pianificazione.
Illuminazione di sicurezza per le vie di uscita:
- luminari d’emergenza certificati
- la distanza massima tra i luminari è di 15 m (30 m nelle scuole)
- posizionate ad ogni porta utilizzata come un’uscita d’emergenza
- vicino a scale, per illuminare direttamente ogni scala
- vicino ad ogni cambio del livello
- ad ogni cambio della direzione
- ad ogni giunzione nei passaggi e corridoi
Illuminazione antipanico:
- i certificati luminari d’emergenza devono fornire 5 lm/m2 dell’area del pavimento
- almeno 2 luminari per stanza
- la distanza tra i luminari dev’essere inferiore a 4x l’altezza dell’installazione (distanza dal pavimento al luminario)
Illuminazione di sicurezza per luoghi di lavoro pericolosi:
- l’EN 1838 non corrisponde alle regolazioni francesi
- la base è una valutazione del rischio
Segni di sicurezza:
- standard francese NF 08-003
- o standard compatibili degli altri paesi europei per gli edifici pubblici e luoghi di lavoro. l’illuminanza non è usata come un parametro fotometrico.
Italia
Luoghi pubblici come cinema o teatro:
- una luminanza di almeno 5 lx vicino alle scale ed uscite (misurato 1 m sopra il livello del pavimento)
- almeno 2 lx lungo le vie d’uscita
I valori d’illuminanza non devono essere considerati dei valori per la pianificazione se sono basati su specificazioni. Devono essere misurabili in loco, comprese le riflessioni.
Germania
Illuminazione di sicurezza per le vie d’uscita ed illuminazione antipanico in luoghi di lavoro:
- un tempo massimo di 15 secondi tra il fallimento del sistema d’illuminazione generale ed il raggiungimento dei livelli d’illuminanza necessari (direttiva sui luoghi di lavoro § 7 Sezione 4, Linee guida per i luoghi di lavoro ASR 7/4)
Gran Bretagna
I requisiti che seguono si applicano all’accensione del sistema luci emergenza:
- entro 5 secondi dal fallimento del sistema d’illuminazione generale
- in edifici utilizzati soprattutto da persone che conoscono le vie d’uscita: le autorità hanno la libertà ad estendere questo periodo a fino a 15 secondi (1988 “Illuminazione d’emergenza”, BS 5266, parte 1)
Illuminazione orizzontale delle vie d’uscita (non ostruite):
- almeno 0,2 lx lungo l’asse centrale
- almeno 0,1 lx sopra la metà della larghezza (per larghezze di fino a 2 m)
- vie d’uscita più larghe: divisione in zone larghe 2 m, illuminazione come descritto sopra (1988 “Illuminazione d’emergenza”, BS 5266 parte 1)
Irlanda
I requisiti che seguono si applicano all’accensione del sistema luci emergenza:
- entro 5 secondi dopo il fallimento (1989 “Codice di pratiche per l’illuminazione d’emergenza”, I.S. 3217)
Illuminazione orizzontale di una via d’uscita chiaramente indicata:
- almeno 0,5 lx lungo l’asse centrale al livello del pavimento (1989 “Codice di pratiche per l’illuminazione d’emergenza”, I.S. 3217)
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